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Oscar 2024, Il mio amico robot: trailer italiano del film animato di Pablo Berger (Al cinema dal 4 aprile)

Dal 4 aprile 2024 nei cinema italiani con I Wonder Pictures “Robot Dreams”, il capolavoro d’animazione celebrato a Cannes, premiato ad Annecy e candidato al Premio Oscar come Miglior film d’animazione.

18 Febbraio 2024 10:31

Dal 4 aprile 2024 nei cinema italiani I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection Il mio amico robot (Robot Dreams), il nuovo capolavoro animato dell’acclamato regista spagnolo Pablo Berger, un gioiello già celebrato all’ultimo Festival di Cannes, premiato ad Annecy e ora candidato al Premio Oscar come Miglior film d’animazione.

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“Il mio amico robot” è scritto e diretto da Berger – qui al suo esordio nel cinema di animazione in 2D – e si ispira alla omonima graphic novel di Sara Varon che racconta la favola moderna di DOG e ROBOT, una storia sull’importanza dell’amicizia e sulla sua fragilità.

Il mio amico robot – La trama ufficiale

DOG vive a Manhattan e, stanco di stare sempre solo, si costruisce un robot. Sulle note degli Earth, Wind and Fire e della travolgente musica newyorkese degli anni Ottanta, la loro amicizia sboccia e si fa sempre più profonda. Finché una sera d’estate DOG si trova costretto ad abbandonare ROBOT sulla spiaggia. Riusciranno i due amici a ritrovarsi? Dal pluripremiato Pablo Berger (Blancanieves), qui al suo esordio nel cinema di animazione, una storia sull’importanza dell’amicizia e sulla sua fragilità celebrata a Cannes, premiata ad Annecy e candidata all’Oscar come Miglior film d’animazione.

Il mio amico robot – Il trailer italiano ufficiale

Curiosità sul film

  • Ad affiancare Berger nella realizzazione del mondo di Il mio amico robot, una squadra di 20 artisti diretti dal noto fumettista e illustratore José Luis Ágreda, mentre il processo di animazione è affidato al talentuoso artista e direttore dell’animazione Benoît Feroumont.
  • Si tratta del primo film d’animazione per il pluripremiato regista Pablo Berger (Blancanieves) e una lettera d’amore alla Grande Mela. Il film  rappresenta una nuova sfida per Berger che afferma: “Con Il mio amico robot volevo tornare all’essenza pura del cinema. Ma questa volta da un’altra angolazione, quella dell’animazione, ovvero una forma di rappresentazione e narrazione senza limiti. In quanto regista, scrivere storie senza dialoghi è sia una grande sfida che un enorme piacere”.
  • Poiché nel film non sono presenti dialoghi, i doppiatori vengono accreditati ma non associati a un determinato personaggio. Non parlano, emettono solo suoni.
  • Nelle prime parti del film il cane porta con sé una borsa su cui è impresso un logo. Quel logo è Naranjito, la mascotte della Coppa del mondo di calcio Espana ’82. Un cenno alla patria del regista Pablo Berger.
  • Nella finestra della cameretta di DOG ci sono quattro robot giocattolo: C3PO e R2D2 del franchise di Star Wars, Robbie il Robot de Il pianeta proibito (1956) e Mazinger Z della serie TV Mazinga Z (1972).

Note del regista

Oltre dieci anni fa, mi sono imbarcato nella chimerica, ma molto reale, odissea che è stato creare Blancanieves e mi sono imbattuto nella graphic novel Robot Dreams di Sara Varon. Sono rimasto incantato fin dalle prime pagine – non l’ho letta, l’ho divorata. Come tutte le storie belle, mi ha portato in un luogo sconosciuto ma familiare, in cui mi sono sentito a casa. La sua struttura temporale mi ha affascinato, mi ha fatto ridere e piangere e, soprattutto, mi ha fatto riflettere sull’amicizia. Leggendola mi sono tornati in mente i miei cari amici, quelli che sono sempre al mio fianco, ma soprattutto quelli che si sono trasferiti lontano o che ho perso lungo la strada. Robot Dreams mi ha permesso di riconciliarmi con i sentimenti contrastanti che ruotano attorno alla perdita di una persona amata. Accettare e riprendersi dalla perdita è, indubbiamente, ciò che mi ha spinto, intellettualmente ed emotivamente, a creare una versione animata di Robot Dreams.

È passato oltre un secolo dal primo film d’animazione, Fantasmagorie (1908) di Émil Cohl. Un cortometraggio che basa la sua magia e la sua capacità di sorprendere solamente sul potere della linea, dell’immagine. Questa è l’essenza del cinema, del scrivere per immagini. In quanto regista, scrivere storie senza dialoghi è sia una grande sfida che un enorme piacere. Dopo Blancanieves, con Il mio amico Robot volevo tornare all’essenza pura del cinema. Ma questa volta da un’altra angolazione, quella dell’animazione – una forma di rappresentazione e narrazione senza limiti. Tutto il cast artistico e tecnico ha dovuto guardare i film di Charlie Chaplin, Buster Keaton e Harold Lloyd. La saggezza, l’umanità e l’umorismo di queste opere ci hanno ispirati molto.

Dopo Blancanieves, con Il mio amico Robot volevo tornare all’essenza pura del cinema. Ma questa volta da un’altra angolazione, quella dell’animazione – una forma di rappresentazione e narrazione senza limiti. Tutto il cast artistico e tecnico ha dovuto guardare i film di Charlie Chaplin, Buster Keaton e Harold Lloyd. La saggezza, l’umanità e l’umorismo di queste opere ci hanno ispirati molto.

Lo stile sia della graphic novel “Robot Dreams” che del film prende spunto dalla linea chiara della scuola franco-belga e di uno dei suoi maggiori esponenti, Hergé, autore di Tintin. La realtà viene narrata e rappresentata usando linee chiare e continue, colori piatti e poche ombre. È un pugno visivo. Questo stile è tornato alla ribalta negli anni ‘80 grazie ai fumetti di Serge Clerc, Yves Chaland o Floc’h. In Spagna è diventato famoso con Cairo e Daniel Torres. Ma è molto presente ancora oggi grazie a fumettisti come Adrian Tomine e Chris Ware. Il mio amore per il cinema è in gran parte dovuto ai fumetti. Il mio amico Robot il film è stato concepito come un fumetto che diventa disegni animati. Per farlo, abbiamo sfruttato le caratteristiche tipiche di entrambi i media e la tecnica del panfocus – tutti gli elementi erano presenti in ogni scena.

Il mondo di Sara Varon

Sara Varon, l’autrice della graphic novel Robot Dreams a cui “Il mio amico Robot si ispira”, è un’artista che crea mondi tutti suoi. Le sue storie sono favole abitate dagli animali più disparati, animali che assumono comportamenti umani e che coesistono in una riconoscibilissima e nostalgica New York. La diversità della fauna riflette perfettamente il mix di culture ed etnie che popola la Grande Mela e questo rende le sue storie universali. La nostra interpretazione del mondo di Sara Varon è rispettosa, ma anche libera. Per fortuna Sara ci ha dato carta bianca fin da subito e abbiamo potuto adattare la sua graphic novel al medium cinematografico e creare il “nostro” Robot Dreams.

Sara Varon è una delle stelle nascenti nella scena dei fumetti indy: le sue opere d’arte semplici, commoventi e immediatamente accattivanti toccano il cuore delle persone. I suoi progetti precedenti includono la graphic novel Sweaterweather e il libro illustrato Chicken and Cat (vincitore del premio Silver Honor Award 2006 Parent’s Choice). Originaria di fuori Chicago, Sara ora risiede a Brooklyn, dove le piace andare in bicicletta, vedere film e uscire con i cani.

Questa commovente e affascinante graphic novel su un cane e un robot ci mostra in modo toccante quanto siano potenti e fragili le relazioni. Dopo che una gita in spiaggia per il Labor Day lascia il robot arrugginito, immobilizzato nella sabbia, il cane deve tornare da solo alla vita che hanno condiviso. Ma il ricordo della loro amicizia permane e, con il passare delle stagioni, il cane cerca di riempire il vuoto emotivo lasciato dalla perdita del suo amico più caro, facendosi e perdendo una serie di amici, da un pupazzo di neve che si scioglie ai formichieri epicurei. Ma per il robot, che giace arrugginito sulla spiaggia, l’unico sollievo dalla solitudine è nei sogni.

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